Educare alla differenza significa capovolgere radicati concetti e pensieri, che hanno nutrito la crescita culturale dell’uomo occidentale nel corso della sua storia.
La necessità di identificare per ordinare ha radici lontane. Basti pensare al principio di identità e di non contraddizione di Parmenide, definiti anche da Aristotele nell’Organon e in esso affiancati dal principio del terzo escluso.
Solo durante l’Illuminismo comincerà a diffondersi un atteggiamento problematico nei confronti di ciò che esiste al di là del singolo, il quale getterà le basi alla difesa della dignità umana e al riconoscimento della differenza.
Solo durante l’Illuminismo comincerà a diffondersi un atteggiamento problematico nei confronti di ciò che esiste al di là del singolo, il quale getterà le basi alla difesa della dignità umana e al riconoscimento della differenza.
John Locke esprimerà la necessità di far coesistere una possibile pluralità di atteggiamenti religiosi, filosofici ed etici.
La nascita dell’antropologia culturale cancellerà le millenarie gerarchie delle culture e il pensiero di Claude Levi- Strauss contribuirà a sensibilizzare al rifiuto dell’etnocentrismo. Egli descrisse due tipi di società. Le società calde, sviluppate tecnologicamente e in continua evoluzione e le società fredde, rimaste allo stato primitivo. Tra le due, queste ultime rappresentano, per l’antropologo, sistemi equilibrati del rapporto uomo- natura e perciò sono un modello per le civiltà occidentali. Con Levi- Strauss i primitivi, considerati da sempre selvaggi e inferiori, diventano l’incarnazione di una Umanità più pura da perseguire.
Il pensiero negativo di Nietzsche guarderà oltre l’Occidente decostruendone i miti, i principi e le regole. Infatti, partendo dalla considerazione che l’uomo è gettato in un mondo che non ha creato lui e che è essenzialmente un essere- per- la- morte, egli rivela come la finitezza e la precarietà umana conducono l’uomo a costruire delle certezze necessarie per la sua sopravvivenza.
Ma è con la rivoluzione psicoanalitica che l’identità occidentale viene colpita al cuore. La tripartizione dell’ Io ( Es, Io, Super- Io) di Sigmund Freud aprirà la strada all’ affermazione della diversità a discapito dell’identità, della molteplicità a discapito dell’unicità.
Sono queste le fasi principali che hanno portato allo slittamento dall’identità alla differenza nella cultura occidentale. Ma la ricostruzione del pensiero occidentale non deve esaurirsi in queste tappe. Oggi occorre continuare questa rielaborazione per impedire un ritorno dell’identità che continua ad essere una minaccia, nonostante i progressi teorici che abbiamo enumerato.
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