Nel contesto post-moderno complesso e multietnico che abbiamo messo in evidenza si fa strada la necessità di individuare processi sociali e culturali in grado di favorire la convivenza pacifica delle diverse etnie presenti nello stesso territorio. E in questa direzione sono nate una serie di politiche sociali volte, appunto, allo sviluppo dell’integrazione delle popolazioni immigrate.
Agostino Portera ha definito tre modalità attraverso le quali alcune società hanno promosso l’integrazione:
un’ integrazione monistica, in cui la cultura dominante non lascia spazio alla diversità, assimilandola nel proprio sistema organizzativo;
un’integrazione pluralistica, in cui i cittadini del paese ospitante convivono con le persone ospitate nel rispetto reciproco, evitando però contatti per paura di perdere la propria identità;
un’integrazione interazionistica, in cui più persone appartenenti ad etnie e culture diverse cercano non solo di vivere insieme, ma anche di interagire attraverso uno scambio di idee, valori ed esperienze.
Quest’ultima si basa sull’ atteggiamento interculturale di disporsi all’ascolto dell’altro da sé. Un atteggiamento necessario per la convivenza democratica, per il co-sviluppo e per il superamento dei confini tra le singole culture...
è impossibile pensare ad un integrazione interazionistica.. perchè a un certo punto tutti smetteremmo di essere cio che siamo e che ci distingue!! va bene lo scambio di idee e culture ma senza perdre di vista la nostra culla e i nostri genitori.. Bisogna convivere accorciando le distanze ma mantenendo il rispetto dei confini!!
RispondiEliminaIl segreto??
accettare una volta per tutte che la Diversità ESISTE.. e k per questo va tutelata e RISPETTATA..
Beh cara pina ti stai contraddicendo un po'..l'integrazione interazionistica è l'unica via per accettare, tutelare e rispettare la diversità...
RispondiEliminaInoltre interagire (per questo interazionistica) non significa necessariamente perdere di vista la propria identità e/o cultura, anzi significa confrontare il proprio modo di vivere con quello altrui, per trovare punti comuni e differenti, e soprattutto da questi ultimi, trarne un insegnamento!
Questo significa interazione, scambio, confronto,incontro, dialogo... e senza una integrazione interazionistica tutti questi valori necessari per il rispetto e la tutela dell'altrui e della nostra diversità non possono avere luogo!
In ultima analisi interazione interazionistica non significa perdere se stessi, ma "ritrovare" se stessi attraverso la presa di coscienza che l'altro e la sua diversità altro non sono che un completamento del nostro sè!
Se non ho interpretato male tu sembri essere maggiormente d'accordo con una interazione pluralistica che, attenzione, non conduce al rispetto e alla tutela di cui parli in quanto equivale a dire "be io la penso così, questa è la mia cultura, accetto quella degli altri, ma preferisco restarne fuori"..questo mi dispiace dirtelo ma non credo sia l' atteggiamento corretto con cui porsi alla diversità..
Inoltre i CONFINI, come li chiami tu non esistono, o meglio NON DEVONO ESISTERE, se esistono confini non ci sarà mai un vero scambio di idee e un apprendimento condiviso tra le differenti culture! E' quello che ci fa crescere e vivere bene con noi stessi e con gli altri! Per di più se dici che occorre tutelare e rispettare i confini è come se dicessi"alt di qui non si passa" alla diversità..
Essa non deve essere vissuta come minaccia o pericolo per sé stessi, anzi, al contrario deve essere vissuta come momento di crescita per entrambe le parti, solo così sia noi che gli altri possiamo scorgere la bellezza e l'imporatanza degli uni per gli altri!
Spero che la tua sia stata una svista e/o una confusione di termini!
Ti abbraccio Stefi.