martedì 19 maggio 2009

L'eredità della Rivoluzione francese



Nella prima fase della Rivoluzione francese, la “Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino” approvata dall’ Assemblea Nazionale il 26 agosto 1789, rappresentò la solenne proclamazione delle libertà fondamentali dell’individuo e cioè di pensiero, libertà, religione e stampa; dell’uguaglianza dei cittadini di fronte la legge, ovvero senza distinzioni di ceto o razza; dei principi democratici di sovranità popolare, divisione dei poteri e diritto all’istruzione.
“La Dichiarazione dei diritti dell’ uomo e del cittadino” fu la vera conquista della
Rivoluzione francese. I suoi ideali, riassunti nella formula “libertè-egalitè-fraternitè”, furono confermati due anni dopo nella Costituzione del 1971, che sancì la fine dell’assolutismo monarchico. Essa, infatti, aboliva il principio del “diritto divino” del monarca in favore del principio democratico dell’uguaglianza dei cittadini di fronte la legge.


Per la prima volta, in Europa, tutti i cittadini all’interno di uno Stato erano “uguali e liberi nei diritti”. Tutti tranne le donne.
Nonostante le numerose battaglie le donne riuscirono ad ottenere il diritto al voto, nei principali paesi occidentali, soltanto nei primi decenni del XX secolo. In Italia solo dopo la Seconda guerra mondiale.

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