L'icona del Post-moderno complesso e mutevole è la Torre di Babele. Questo per dire che...
Nel nostro tempo l’unicità lascia il posto alla molteplicità.
Ma la molteplicità non è da intendersi solo in termini di una società sempre più multiculturale, in cui convivono sullo stesso territorio diverse etnie e culture, ma anche in un senso più profondo legato all'uomo e al mondo che lo circonda.
Infatti...
L’uomo è immerso in un mondo fondato sul pluralismo, giacché ogni singolo essere umano è portatore di un particolare punto di vista, unico e diverso dai punti di vista appartenenti agli altri suoi simili e altrettanto unici e particolari.
Ne consegue che...
il mondo è plurale perché abitato da plurali punti di vista dell’uomo.
La pluralità è propria del mondo, ma anche dell’uomo stesso in quanto costituito da una componente corporea e una sociale, nella quale agisce secondo il proprio punto di vista, scontrandosi inevitabilmente con quelli altrui.
In passato la vita era scandita da tappe precise, regole e divieti dettate dalla famiglia, dallo Stato o dalla religione. Oggi, invece, l’uomo è posto di fronte a molteplici scelte possibili e la sua identità è frutto delle proprie scelte personali. In questo contesto, il principio dell’avere sembra prevalere su quello dell’essere e l’uomo va sempre più ripiegandosi su se stesso e verso i beni materiali, preso solo dalla realizzazione di desideri privati e soddisfazioni immediate. Tutto questo per ancorarsi a qualcosa che assomigli alle vecchie garanzie, le quali oggi lasciano il passo ad una sempre più inquietante incertezza.
Quindi è la complessità, propria dell'uomo e del mondo, che ci disorienta, ci spaventa e ci fa vivere nell'incertezza, spingendoci a pensare a noi stessi prima che agli altri.
Capire questo può aiutarci a non perdere di vista il fatto che restiamo, comunque, uomini insieme ad altri uomini.... e che la complessità altrui, o di ciò che ci circonda, non deve farci paura dal momento che è presente anche in noi stessi.
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