Abbiamo finora più volte parlato del mondo e della Terra come unico territorio che l'uomo abita, ma che mondo è il nostro?
Un mondo divenuto, nell’oggi post-moderno, un villaggio globale, come è stato definito da Mc Luan, in cui il miglioramento delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto, la diffusione e il progresso tecnologico dei mass-media, primo su tutti Internet, ci permettono di vivere le dimensioni spazio-temporali come mai prima l’uomo le ha vissute nella sua storia. Le distanze si annullano, il concetto di appartenenza territoriale si relativizza modificando il rapporto tra singolo e patria d’origine, sono possibili i contatti virtuali e il contatto interpersonale se da un lato si amplifica dall’altro si riduce.
Subentra così una continua tensione fra particolare e universale, fra locale e globale..e allora come trovare un equilibrio?
In questo blog stiamo prendendo in considerazione argomenti volti alla riflessione sulle possibili strade da percorrere per annullare questa tensione o comunque per vivere bene e degnamente in questo MONDO IN TENSIONE.
Il primo passo, lo ripeto ancora, senza mai stancarmi, è la formazione di cittadini
“glo-cali”, per usare il termine coniato da Edgar Morin e cioè “cittadini del proprio villaggio e contemporaneamente del mondo fattosi villaggio”.
Prendere coscienza dell'importanza e della necessità di questa strada non può che aiutarci ad affrontare la realtà fatta di complessità e di incertezze (come abbiamo già spiegato, vedi link seguenti: http://versounanuovacittadinanza.blogspot.com/2009/05/la-complessita-umana.html , http://versounanuovacittadinanza.blogspot.com/2009/05/dalla-complessita-allincertezza.html )
e ad allontanare la paura della diversità circostante, usata troppo spesso come scudo in difesa delle proprie radici.
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